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Nutrizione Olistica Prof. Marcello Mandatori
 
 
 
 
 
 
Nutrizione Olistica
 

Diete benessere

Cefalea ed Alimentazione (€ 3,00)

Il mal di testa è un disturbo assai comune e molto fastidioso: recenti statistiche rilevano che nel nostro Paese ne soffre il 25 per cento della popolazione. Come dire che un italiano su quattro è afflitto da questa affezione dolorosa e le più colpite sono le donne, soprattutto quelle con un'età compresa tra i 25 e i 5O anni.
Esistono ben 62 tipi diversi di mal di testa, dalla cefalea a grappolo a quella vasomotoria, dall'emicrania alla cefalea di Horton, dalla pulsante alla muscolo - tensiva, dalla oftalmica alla viscerale, ecc., ecc..
Si tratta comunque solo di "etichette" che tentano di classificare un disturbo che invalida l'esistenza di chi ne soffre e che al dolore al cranio (pulsante, a fitte, continuo ecc.) può associare altri sintomi: fotofobia (fastidio per la luce), nausea, vomito, talora pallore, lacrimazione dell'occhio, spossatezza, torpore, nervosismo.
I fattori che possono contribuire a scatenare le crisi del mal di testa sono vari: si va dallo stress agli squilibri ormonali, dall'artrosi cervicale ai difetti della vista, dal cambiamento di temperatura alla cattiva digestione, ecc..
Ancora non si conosce però quale sia la "causa vera" e ciò rende impossibile attuare una cura efficace e definitiva, il solo intervento possibile finisce quindi con l'essere l'attenuazione del dolore mediante analgesici di vario tipo.
Un comportamento questo che riesce a risolvere solo temporaneamente il problema, con il rischio, per di più, in caso di abuso del farmaco, di intossicare il paziente.
A favorire l'insorgenza del mal di testa, alcune volte, può essere il cibo, il dolore scoppia dopo un pasto pesante, che crea difficoltà digestive. In molti casi, invece, il rapporto tra gli alimenti e la cefalea è assai meno evidente e legato ad alcune particolari e ben determinate sostanze.

Vediamo cosa nell'alimentazione può scatenare o peggiorare il mal di testa, e a volte esserne la causa principale:

A) SONO PERICOLOSI ANCHE I CONSERVANTI
- Crisi cefalalgiche possono essere scatenate anche dal consumo di cibi che contengono conservanti, soprattutto se si tratta di nitriti e nitrati.
- Gli alimenti sconsigliati sono in questo caso soprattutto le carni insaccate (salumi, wurstel, salsicce, hamburger ecc.)
B) NO AL GLUTAMMATO
- In alcuni casi può essere un'ipersensibilità al glutammato monosodico a causare la cefalea. E' un esaltatore di sapidità molto utilizzato nella cucina cinese e spesso presente nei dadi da brodo ed in cibi già confezionati.
- E' consigliabile perciò, se si è colpiti da mal di testa, non mangiare piatti cinesi ed eliminare tutti quei cibi che contengono (per legge è citato fra gli ingredienti se presente ) glutammato.
C) NON ESAGERATE CON IL CAFFE'
- Anche un eccesso di caffeina può determinare l'insorgenza di mal di testa. E' bene, dunque, che chi soffre di cefalea non beva più di 1-2 tazzine di caffé al giorno.
D) DALL'AMERICA: NON ABUSATE DI VITAMINA A
- Studi statunitensi di biochimica alimentare hanno dimostrato che un eccesso di vitamina A può causare crisi cefalalgiche.
- Secondo le ricerche americane l'attuale maggiore diffusione del mal di testa è in parte imputabile all'uso frequente di integratori di minerali e di vitamine, contenenti la vitamina A ed i suoi precursori
- Va evitato, pertanto, l'uso sconsiderato degli integratori alimentari e l'abuso di alimenti ricchi di questa vitamina, come: verdure e frutta di colore arancio, arance, mandarini, pesche, albicocche, nespole, susine, papaia, mango, banane, broccoli, pomodori, finocchi, asparagi, cavoli.
E) ATTENZIONE AI CIBI CHE LIBERANO ISTAMINA
-Alcuni alimenti possono provocare crisi cefalalgiche a causa del loro contenuto di tiramina e fenilentiamina.
Si tratta di due aminoacidi che provocano la liberazione dai tessuti di istamina, una delle sostanze responsabili dello scatenarsi dei sintomi tipici della cefalea perché causa vasodilatazione a livello cerebrale.
- E' consigliabile, quindi, evitare i cibi in cui essi sono presenti; quindi no a formaggi stagionati e fermentati, a pesce conservato od affumicato, ad aringhe, no a vino rosso, birra ed alcolici in genere, a salumi fegato ed organi interni, no a nocciole noci, arance e cioccolato.
F) LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Le intolleranze alimentari, fenomeno completamente diverso dalle allergie alimentari, non si manifestano immediatamente dopo l'assunzione di un cibo, i sintomi possono infatti manifestarsi fino a 72 ore dopo ed essere di vario tipo: colite, dermatite, asma, cefalea, ipertensione, ecc..
A volte nella cefalea da intolleranza alimentari sono presenti anche manifestazioni come: fotofobia, lacrimazione oculare, inappetenza, gastralgia, vomito, diuresi profusa, irritabilità nervosa o torpore mentale. Tutti questi fastidi inducono spesso la persona a non alimentarsi per 2-3 giorni, proprio il tempo necessario all'organismo per eliminare le tossine da intolleranza accumulate.
- E' bene che chi è sofferente di cefalea o di emicrania, poco importa di che tipo e da quanto tempo, si sottoponga a delle metodiche specifiche per la diagnosi delle intolleranze alimentari ( dieta a rotazione - dieta ad eliminazione - cytotest o prove tossiche alimentari ) per individuare con precisione se e quali possano essere i cibi all'origine del fenomeno, questo perché le percentuali di risoluzione completa in queste patologie con il metodo delle intolleranze alimentari sono molto, molto alte.

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